La storia raccontata attraverso vasi, pannelli e piatti
Nel giardino pubblico, sotto il portico del Teatrino di Bonaiuto, è collocato il Museo della Ceramica, i cui reperti raccontano la storia secolare che ha visto coinvolti i maestri vasai di Caltagirone. Se la storia documentata comincia nell’età moderna con i primi nomi emersi di ceramisti e nel XV secolo con la precoce istituzione di una corporazione di mestiere, i reperti conservati attraversano i secoli e prendono avvio dalla preistoria e dai vasi greci del IV e V secolo avanti Cristo e attraversano il lungo medioevo.
La storia raccontata attraverso vasi, pannelli e piatti
I reperti raccontano cronologicamente le variazioni di gusto e di tecniche, offrendo uno spaccato trasversale della storia con pezzi di particolare pregio e qualità. Per la tematica rappresentata, la raccolta rende infatti il Museo una delle istituzioni più importanti d’Italia.
La versatilità delle forme e dei colori
Nell’età del barocco (estesa anche a parte dell’Ottocento) i vasi e le ceramiche mostrano una ridondanza di forme e decorazioni che testimonia l’alta qualità esecutiva raggiunta. I rilievi vegetali e floreali, i colori dominanti (l’azzurro, il verde, il giallo) amplificano questa dimensione opulenta che mostra dirette relazioni con la scultura del tempo. Possediamo i nomi di alcuni tra i più dotati artigiani e le informazioni più complete sono dovute agli importanti studi di Antonino Ragona che ha dedicato le sue ricerche allo svelamento della storia di questa lunga tradizione.
La versatilità delle forme e dei colori
Il museo mostra come le botteghe artigiane fossero pronte a cimentarsi con le esigenze di lusso e di rappresentazione come con quelle più comuni dell’edilizia e dell’abitare, producendo allo stesso tempo fastose acquasantiere, piatti da cucina e formelle standardizzate per le pavimentazioni.
La scalinata incontra la maiolica
L’ultimo grande occasione di applicazione urbana della maiolica è dovuta anche al creatore del museo della ceramica, nonché Direttore dell’Istituto d’Arte di Caltagirone: lo studioso e professore Antonino Ragona. L’idea, avviata negli anni Cinquanta del secolo, era quella di rivestire gli alzati della celebre scalinata con una complessa teoria di disegni ispirati alla storia cittadina, alle forme e con i colori della tradizione locale. Il risultato ha certamente arricchito e reso ancora più monumentale il contesto.
La scalinata incontra la maiolica
Come ogni buona opera d’arte, anche questo interessante lavoro di arredo urbano è stato firmato dal suo ideatore, segnando una ideale linea identitaria che copre i molti secoli della vita di un centro come Caltagirone.