Il torrente Oxena è un affluente del Trigona, dona le sue acque in parte al Biviere di Lentini e in parte al fiume San Leonardo. A Militello, il fiume Oxena crea numerose e suggestive cascate che nebulizzando grandi quantità di acqua favoriscono il proliferare di numerose felci come il capelvenere. Il fiume scorre sugli Iblei nord-orientali e il suo nome ci ricorda l'Antico abitato di Essena, i cui resti sono situati a valle del fiume. Il Fondovalle del torrente è occupato da una fascia stretta di foresta igrofila ripale. Esempi di questo tipo di vegetazione sono frequenti soprattutto nel territorio ibleo mentre nel resto dell'isola sono generalmente sporadici e piuttosto frammentari. La foresta ripale è caratterizzata dalla presenza di salici, pioppi e ficus carica e agli alberi si associano numerosi arbusti e liane che costituiscono un denso intricato sottobosco, tra i più frequenti occorre ricordare: la vite selvatica, il rovo comune, la vitalba e l'edera mentre nel periodo autunnale da non perdere l'abbondante fioritura di ciclamini.
Sagra della Mostarda
Le cactaceae, famiglia di piante a fusto verde carnoso a cui appartiene il fico d'India, sono specie diffuse principalmente nelle regioni desertiche dell'America. Su queste specie di cactus vive la cocciniglia dalla quale si ricava un colore rosso usato in pasticceria. La pianta arrivò in Europa probabilmente introdotta da Cristoforo Colombo e da allora essa si è spontaneizzata in tutta la fascia del Mediterraneo. La Sagra della Mostarda del ficodindia è nata a Militello nel 1987 e da allora è diventata un appuntamento importante che si tiene in ottobre e, in questo periodo, la città si veste a festa, infatti da non perdere è la tradizionale sfilata dei carretti siciliani. Il fico d'India è diventato così importante nella cultura popolare siciliana da essere spesso citato negli indovinelli.
A TAGGHIU PA TESTA A TAGGHIU PA CURA E RINTRA CUMPARI DA BEDDA SIGNURA
(La taglio per la testa, la taglio per la coda e dentro mi appare una bella signora)
Ai nun mi tuccari spuogghimi tutta ca ti fazzu arricriari
(Ai non mi toccare spogliami tutta che ti faccio divertire)
Cu tri coppa i cutieddu ammazzu u purcieddu
(Con tre colpi di coltello ammazzo un porcello)
La Settimana Santa a Militello
Così come avviene in ogni parte della Sicilia, i riti della Settimana Santa sono molto sentiti nella città di Militello e coinvolgono tutta la popolazione. Il mercoledì Santo, la statua del Ecce Homo viene portata in processione per le vie meridionali della città, confermate e già concordate, nelle quali viene cantato il populemeus. Alla processione del Cristo alla Colonna, l’indomani, si celebra la veglia del Cristo morto, una pratica devozionale che a molti osservatori può apparire strana dato che ancora la crocifissione non è avvenuta e forse, in questo modo, gli abitanti di Militello anticipano gli eventi pregando presso il corpo del Cristo. La notte che precede la sua morte, il Venerdì Santo, si manifesta più profondamente il rito della Settimana Santa, infatti la mattina si comincia con la Via Crucis vivente che si concluderà davanti la chiesa del Calvario. Uno dei momenti più toccanti è quello che vede la statua del Cristo snodabile alzata lentamente verso la croce dove tre chiodi in argento dorato trafiggeranno le braccia e i piedi.
Festa del Santissimo Salvatore
Il culto del Santissimo Salvatore a Militello era legato alla presenza dei Bizantini nell'isola che ci hanno lasciato testimonianze nelle numerosissime chiese rupestri in Sicilia Orientale ed anche nella città di Militello troviamo l'immagine di un Cristo Pantocratore, tipica della cultura figurativa medievale ripresa spesso nei tanti ambienti rupestri e di lavoro della civiltà contadina. In particolare l’immagine del Cristo, troneggiava spesso nelle abitazioni più povere dove il silos del grano rappresentava la risorsa più importante per la sopravvivenza della numerosa famiglia e lì venivano apposte le immagini sacre, simbolo della profonda adorazione del Cristo da parte del popolo siciliano. Inoltre nei palmenti e nei trappeti ricavati da preesistenti chiese rupestri, troviamo edicolette votive a lui dedicate. La Festa il cui inizio è l’8 agosto, giorno della "Cantata", dà l’avvio al "Novenario" per giungere al 17, "Vigilia" della festa.
Festa della Madonna della Stella
Alcuni storici ricordano che nelle annate poco piovose e durante catastrofi naturali, il popolo si raccoglieva in preghiera attorno alla Madonna, tanto che si ripeteva tale invocazione: Signuruzzu chiuviti chiuviti ca l’albiricchi su morti ri siti, mannatini una bona senza lampi e senza trona (Gesù per favore fai piovere che gli alberi sono assetati, manda della pioggia non violenta senza lampi e senza tuoni). La festa ha inizio il 29 agosto, con la cantata, si porta per le strade di Militello un quadro della Madonna e si canta un inno, questo è il preludio ai festeggiamenti. Il 6 settembre dalla vecchia chiesa, si porta in processione il reliquiario, fino alla chiesa nuova. Il giorno 7 settembre, il sindaco e il parroco, con tre chiavi, procedono all'apertura della parte della cappella della Madonna. Il giorno 8 settembre, si svolgono i festeggiamenti in onore della Vergine, il simulacro viene portato in processione per le vie della città. Il 16 settembre, il simulacro viene riposto nella cappella e si procede alla chiusura delle porte.