L’immagine dell’abitato rupestre è legata ad una idea di primitività. Al pari dei villaggi costruiti, anche quelli scavati nella roccia prevedevano spazi differenziati in base alla loro funzione: abitazioni private si affiancavano, o coincidevano con spazi di lavoro e luoghi di preghiera. Nella Pantalica medievale gli abitanti modellarono il paesaggio e definirono così gli spazi, piantando orti e frutteti, introducendo forse coltivazioni specializzate, come la canapa o la canna da zucchero, allevando animali e costruendo mulini, maceratoi, trappeti, palmenti, galchiere, realizzati quasi sempre mediante lo scavo nella roccia, in alcuni casi con murature aggiunte.
Non solo trogloditi (oppure: Pari opportunità)
Questa tradizione continua ben oltre l’età medievale. Nelle grotte di Pantalica si lavorava il salnitro per la preparazione della polvere da sparo, come la Grotta della Meraviglia, da identificare forse con la Grotta dei Pipistrelli.
A mani giunte: Le chiese di Pantalica
L’architettura religiosa in grotta trova a Pantalica tre dei suoi più famosi esemplari, con gli oratori di San Micidiario, a Sud della sella di Filiporto, San Nicolicchio, lungo il costone meridionale, e la Grotta del Crocefisso, all’estremità settentrionale. Le tre chiese non sono contemporanee. La chiesa di San Nicolicchio si data, per le sue pitture, tra IX e XI secolo; quella di San Micidiario si può datare alla fine dell’XI secolo, mentre il Crocifisso è più tardo di quasi due secoli (XIII-XIV), e per la sua posizione può essere in rapporto con lo spostamento a Sortino. Le dimensioni degli ambienti sembrano suggerire un loro utilizzo da parte di privati o di piccoli gruppi di individui piuttosto che di comunità particolarmente numerose.
A mani giunte: Le chiese di Pantalica
Le frequenti raffigurazioni di santi militari sarebbero da mettere in rapporto, secondo Arcidiacono, con la natura difensiva della Pantalica medievale.
Armi e fede: San Micidiario
La chiesa di San Micidiario, costruita a ridosso di uno strapiombo sull’Anapo, è costituita da tre ambienti. Quello principale, l’oratorio vero e proprio, cerca di replicare le caratteristiche architettoniche delle chiese costruite: lo si vede nella conformazione del tetto a doppio spiovente, e nella realizzazione di un tramezzo in pietra (templon) che divide l’aula di forma trapezoidale e il presbiterio rialzato di 22 cm dal piano di calpestio, con sedili (subsellia), lungo le pareti. La chiesa fu decorata due volte: in un primo momento con un fondo rosso. Rimangono purtroppo immagini frammentarie, tra cui si riconosce un santo militare a cavallo. San Micidiario è il risultato della storpiatura di un nome non conosciuto.
Armi e fede: San Micidiario
Nella parete orientale della chiesa è scavata un’abside centrale e due nicchie laterali corrispondenti a prothesis e del diaconicon delle chiese costruite.
San Nicolicchio
Collocata nel pendio meridionale, sullo strapiombo, vicino ad una cisterna che costituiva l’unica riserva d’acqua, si trova la chiesa di San Nicolicchio, molto più modesta delle altre. È la più antica, forse di età bizantina. Ha una pianta molto irregolare, con tre nicchie ed un altare nella parete est, e una ricca decorazione nella parete nord. Una conca irregolare serviva per l’acqua lustrale. Tra le diverse pitture si conserva una immagine di santa, identificata dalla iscrizione con Sant’Elena, e di un santo identificabile con Santo Stefano.
San Nicolicchio
Una terza figura maschile, per la veste e la spada può essere interpretata come un santo militare in uniforme cerimoniale.
La grotta del Crocifisso
Posta lungo il percorso che conduceva a Sortino, la chiesa del Crocifisso si presenta oggi in cattivo stato di conservazione, giacché più parti della struttura hanno ceduto. È l’ultima chiesa in ordine cronologico (datata al XIV sec. d.C.) ad essere stata utilizzata. È composta da due vani, uno dei quali con abside; anche qui è stato possibile documentare alcune pitture sulle pareti, in particolare una scena di crocifissione nell’abside rettangolare che le è valsa l’attribuzione del nome con il quale è oggi conosciuta. Da essa proverrebbe anche una bella testa conservata al Museo di Siracusa.
La grotta del Crocifisso
Sono stati inoltre riconosciuti, grazie all’iscrizione, resti di una figura attribuita a San Nicola, che indossa un abito episcopale e porta una corona di capelli bianchi.
Itinerario: A
Località attuale: Pantalica (Cassaro, Ferla, Sortino)