Lo sperone della collina della Croce è uno dei luoghi più suggestivi di Scicli. Da un lato, esso precipita a strapiombo sulla stretta vallata della «cava» di San Bartolomeo; dall’altro digrada più dolcemente nel quartiere di San Giuseppe. Nel vertice del suo pizzo, tra ‘400 e ‘500, venne edificato dai Francescani un oratorio annesso a una chiesa e un convento. Dopo il terremoto del 1693,il complesso venne profondamente modificato e ampliato, lasciando solo poche testimonianze cinquecentesche. Ancora oggi «la Croce», dopo più di cinque secoli, sovrasta il paese e costituisce uno dei punti di riferimento del panorama urbano. Per chi osserva da lontano, più che un convento sembra una rocca fortificata.
La chiesetta del Calvario
Sul sentiero che sale verso il convento della Croce appare il suggestivo e sobrio campanile “a vela” della chiesetta del «Calvario», nell’omonima grotta. La fondazione di questo luogo di culto è legata alla costruzione del vicino Convento della Croce, e risale quindi al Quattro-Cinquecento.
Il complesso monumentale tra manufatto e territorio
Il complesso monumentale, costruito in gran parte tra Settecento e Ottocento, si sviluppa attorno a due cortili e presenta ancora tracce architettoniche cinquecentesche. Da un cunicolo si scende in una piccola grotta: qui visse e morì l’eremita e fondatore del convento, il francese Murifet. Gli ambienti (l’oratorio, la chiesa, le celle dei monaci, il cenobio, le cucine etc.) sono stati mirabilmente adattati alla morfologia del sito, creando una magica simbiosi tra manufatto e territorio.
Convento della Croce
L’accesso alle celle dei monaci avveniva attraverso una scalinata, qui visibile insieme agli archi della loggia che dà sul cortile piccolo. La pietra bianca, molto diffusa in questo territorio, contribuisce a creare un’atmosfera radiosa che, al tramonto, vira verso i colori dell’oro.
L'oratorio della Madonna di Sion
Il piccolo oratorio della Madonna di Sion è annesso alla più grande chiesa di Santa Maria della Croce. Il suo interno è composto da un vano rettangolare di circa 30 metri quadrati. Il prospetto, molto semplice, presenta un elegante portale di tradizione gotica con un arco trilobato poggiante su due semicolonnine e sovrastato da una croce in altorilievo. Nell’oratorio si trovavano una serie di interessantissimi affreschi del ‘500 (tra i quali diversi ex-voto) oggi esposti nella chiesa di S. Teresa a Scicli.
Un prezioso ex-voto del '500
Ex-voto cinquecentesco facente parte degli affreschi dell’oratorio della Madonna di Sion. Nella didascalia, scritta in siciliano antico, viene ricordata la guarigione di una donna afflitta da un male al fianco. Dietro la Madonna è disegnato l’oratorio e il piazzale antistante.
Il complesso monumentale della Croce nei secoli
Dopo il terremoto del 1693, il complesso monumentale della Croce venne in gran parte ricostruito ed ampliato. La chiesa principale di Santa Maria conservò, tuttavia, la superba facciata tardogotica; gli interni, invece, furono rifatti in stile tardo-barocco. Nella facciata attirano l’attenzione la trabeazione (dalla quale scendono due esili colonne tortili), i due archi mistilinei (quello interno a tutto sesto e quello esterno a sesto acuto), le diverse sculture zoomorfe, un’interessante conchiglia con croce di Santiago (simbolo del Cammino di Compostela) e, infine, gli stemmi.
Gli stemmi della facciata
Tra gli stemmi della facciata spiccano, in particolare, quello dei Cabrera, Conti di Modica(con il simbolo della famiglia, una “cabra”, al centro dell’arco a sesto acuto) e quello della città di Scicli con il leone rampante (a sinistra di quel che resta del rosone).
Veduta dal piazzale antistante l’Oratorio
Dal piazzale antistante l’oratorio e dai balconi delle celle dei monaci è possibile ammirare uno dei paesaggi più belli del territorio. A oriente l’acropoli di Scicli, il quartiere rupestre di Chiafura e la curva sinuosa del torrente di San Bartolomeo. A occidente la morbide colline che circondano il paese. All’orizzonte, infine, la sottile striscia del mare africano. Fermatevi ad ammirare: è questo il migliore viatico per chi si accinge a visitare Scicli, o per chi si appresta ad andarsene portando con sé la città nel cuore.
Una veduta di Scicli da uno dei balconi delle celle del convento
Panorama di Scicli da uno dei balconi delle celle del convento. In primo piano il dirupo e, in basso, la chiesa di San Bartolomeo. Sulla collina a destra è visibile la chiesa di San Matteo sull’omonima collina.