Francesco Fichera, il più importante architetto catanese della prima metà del XX sec., firma nel 1920 il palazzo delle Poste e Telegrafi di Siracusa, sull’estremità nordorientale di Ortigia, rivolto proprio verso la parte antica della città e il ponte Umbertino. La sua costruzione è contemporanea a quella dell’analogo palazzo di Catania, dello stesso progettista e con lo stesso schema distributivo. Completato nel 1929, presenta due eleganti torri angolari ed esprime la sua modernità soprattutto nell’interno poiché la pianta rettangolare con una corte interna a doppia altezza sulla quale si affacciavano gli uffici mentre quelli esterni erano aperti al pubblico. Da qualche anno è stato trasformato in hotel con una sopraelevazione che ne ha modificato le proporzioni.
Il pantheon
Ai margini del foro siracusano, collegato attraverso un giardino all’asse di via Umberto è il Pantheon siracusano, il principale monumento ai caduti della I guerra mondiale. Al suo interno sono collocate le spoglie dei soldati siracusani caduti durante la Grande Guerra.
In realtà la chiesa, progettata da Gaetano Rapisardi, architetto di nascita siracusana, collaboratore di Marcello Piacentini a Roma, è denominata San Tommaso Apostolo.
Il Museo Paolo Orsi
A volte si può visitare un museo non solo per le opere che vi sono conservate, ma perché è lo stesso edificio museale che merita di essere conosciuto. È il caso del Museo Paolo Orsi, realizzato all’interno del parco della Villa Landolinatra il 1971 e il 1988 su progetto di Franco Minissi al quale, all’inizio era affiancato Vincenzo Cabianca.
Si tratta di una struttura immaginata a partire dall’ordinamento scientifico delle raccolte progettato dal soprintendente Luigi Bernabò Brea. La volontà di rendere comprensibili i rapporti tra le opere esposte e la storia del territorio di provenienza porta a strutturare uno spazio centrale circolare che fa da hall ai diversi settori disposti attorno ad esso. Esteso ben 9.000 metri quadri si basa su una flessibilità degli spazi che rende l’allestimento adattabile alle diverse esigenze.
Il palazzo della Provincia
Se state percorrendo in Ortigia la via Roma da piazza Archimede verso sud, dopo poche decine di metri troverete sulla sinistra un grande portale in un prospetto neoclassico: è il palazzo della Provincia realizzato ristrutturando e ampliando dal 1870 il monastero di Santa Maria della Concezione su progetto di Gaetano Avolio. Guardando all’interno vi colpirà un elegantissimo corpo di fabbrica che presenta tre piani sopra un’ampia arcata e che taglia in due la corte. È il punto nevralgico del progetto di ristrutturazione dell’edificio realizzato a cavallo della fine del XX sec. e dovuto a Giuseppe Pagnano, uno dei più raffinati progettisti siciliani della fine del XX sec., allievo di Carlo Scarpa. Pagnano ha anche redatto il piano particolareggiato per Ortigia ed è stato uno dei fondatori della facoltà di Architettura che ha sede in città.
Il ponte umbertino
Il ponte in muratura, realizzato tra il 1901 e il 1905, è chiamato “umbertino” poiché è il prolungamento della via Umberto in terraferma, così collegata con Ortigia esattamente nel punto in cui si trovava la porta più importante della città: la porta Ligny, costruita nel 1673 da Carlos de Grunemberg. La struttura venne demolita nel 1893, insieme alle altre fortificazioni spagnole, di cui rimane un rivellino proprio accanto al ponte.
Il Foro siracusano
I giardini attraversati dal corso Umberto sono chiamati dalla comunità cittadina “foro siracusano” o “villini”. L’origine del nome è storica poiché qui Gelone fece realizzare l’agorà come cerniera tra Ortigia e il quartiere Akradina e tale ruolo venne mantenuto in epoca romana. Utilizzata come piazza d‘armi fino all'inizio del XX sec. vi furono realizzati i giardini pubblici su progetto di Luigi Mauceri.
In mezzo al verde sono visibili sono visibili i resti del foro (alcune colonne di un portico di età imperiale) e un tratto di strada romana.
Villa Landolina
Saverio Landolina fu un importante archeologo e naturalista siracusano morto nel 1814. A lui si deve, tra l’altro, il riconoscimento del papiro siracusano e il ritrovamento della Venere Anadiomede detta appunto Landolina. La villa suburbana dei primi del XIX secolo appartenente alla famiglia è oggi un Giardino storico di grande interesse per le piante secolari d’alto fusto e il sottobosco che ne ricoprono una parte, per il giardino, per la presenza di elementi bordati con formelle decorate in terracotta di Caltagirone e per l’esposizione di reperti archeologici che appartengono alla collezione del Museo Paolo Orsi. All’interno della Villa è presente il cimitero protestante dove è seppellito il poeta tedesco Augusto Von Platen morto a Siracusa nel 1835.