Noto
Brani letterari
“Alla vigilia del 9 gennaio del 1693, Noto antica stava sul Monte Alveria come un mosaico di varie epoche, con i suoi edifici le sue fortificazioni e una pianta che testimoniavano la lunga storia del suo insediamento in unico sito. Era una città in armonia con la sua posizione geografica, che traeva ricchezza dal suo vasto territorio, con una fortezza reale e un sito salubre. Non sarebbe mai più stata la stessa. Fra il 9 e l’11 gennaio la città avrebbe tremato, sarebbe stata distrutta e obbligata a subire una dolorosa metamorfosi.”
(Stephen Tobriner, La genesi di Noto. Una città siciliana del Settecento)
“Andate a Noto, datemi retta.
[…] Tutto in verità qui commuove e sorprende. Entrate in una chiesa e vi scoprirete un Laurana. Imboccate a caso una via ed ecco sul capo vi sporgono balconi in ferro battuto, gonfi come seni, nelle cui mensole si arriccia e brulica un popolo di grifi, meduse, gigli ridenti, chimere […].
Ne viene all’animo una letizia, la stessa che si prova a godersi da un palco reale un visibilio di artifizio e di luminarie.
Solo che qui lo spettacolo non cessa mai, nessun sipario, che non sia la notte, cala mai. Cesare Brandi ha parlato di un’isola nell’isola, di un’incredibile Fata Morgana […].
Questo è un luogo che, se uno ci capita, resta intrappolato e felice, chi lo muove più.
(Gesualdo Bufalino)
“Allah protegga una casa in Noto
e nubi cariche di pioggia la bagnino
la vedo con gli occhi del ricordo
e a lei invio le lacrime che verso
mi struggo di nostalgia per la casa, gli amici
e la virtù delle donne
Chi partendo, ha lasciato il cuore in quella terra
con tutto se stesso desidera tornare,
terra mia!”
(Ibn Hamdis, poeta siculo-arabo vissuto a Noto antica durante la sua giovinezza)
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00'49'', lettura del brano di Gesualdo Bufalino
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