Il disegno, la distribuzione dei lotti, la copertura degli isolati
Nel leggero declivio del Patro, in una vasta area di proprietà del convento del Carmine si tracciarono lunghi assi ortogonali che racchiudevano grandi isolati di circa 80 metri di lato. All’assegnazione dei lotti, seguiva la costruzione di baracche e di “tuguri”, in posizione arretrata rispetto al filo della strada. Si passava poi alla costruzione delle vere e proprie case, quasi sempre a uno o massimo a due piani. La ricca documentazione esistente restituisce l’uso di una tecnica costruttiva tanto veloce che resistente con le cosiddette murature “a tabbia”, ma anche procedure moderne come il controllo centralizzato e l’approvazione preventiva dei progetti.