L’area dell’attuale piazza Duomo ha avuto una posizione centrale nel corso di tutta la storia della città, dalla preistoria fino a oggi. Al di sotto dei moderni livelli di frequentazione della piazza sono affiorate evidenze riferibili ai villaggi che, dal neolitico all’età del ferro, precedettero l’insediamento greco dell’VIII a.C., oltre alle prime testimonianze della presenza greca. Sin dall’inizio l’area fu delineata dai Greci come lo spazio sacro più importante della nuova città. All’interno di esso i coloni costruirono il più antico edificio di Siracusa dedicato agli dei, un semplice oikos (casa) con elevato in mattoni crudi, successivamente inglobato in un sacello più ampio.
La casa degli dei
Al centro della piazza, sottili linee nere di piombo disegnano sulla superficie della pavimentazione attuale i contorni rettangolari dell’oikos sacro eretto dai Corinzi al momento della fondazione coloniale e del sacello più grande che lo ha racchiuso.
Un museo a piazza Duomo
Nell’angolo sud-occidentale della piazza Duomo, nell’area prima occupata dal convento e dall’ospedale Fatebenefratelli, fu costruito l’edificio destinato a ospitare il Museo Archeologico Nazionale, inaugurato nel 1886. Il Museo raccoglieva innanzitutto le collezioni numismatiche e antiquarie che illuminati cittadini e religiosi siracusani avevano costituito tra il settecento e l’ottocento per documentare e conservare le memorie della grandezza di Siracusa. Le collezioni furono considerevolmente ampliate dall’archeologo Paolo Orsi, tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del secolo scorso.
Un insolito monetiere
Tra le collezioni che costituirono il primo nucleo del Museo archeologico era quella del canonico Lentinello, di cui faceva parte un monetiere in legno che riproduceva un vaso greco (lekythos) nel cui interno erano custodite monete di Siracusa e di altre città.
Il padre dell’archeologia siciliana
Le collezioni del Museo Archeologico Nazionale furono considerevolmente arricchite dall’attività instancabile di Paolo Orsi. Originario di Rovereto, il padre dell’archeologia siciliana giunse a Siracusa nel 1888, subito dopo l’inaugurazione del Museo, e vi rimase fino a pochi anni prima della sua morte (1935). Paolo Orsi effettuò innumerevoli campagne di scavi a Siracusa, tra cui quelle di via Minerva, e in tutti i principali siti archeologici della Sicilia orientale, ponendo in questo modo le basi per la conoscenza della preistoria e della civiltà greca e romana dell’Isola, non trascurando anche le fasi più recenti della sua storia.
I quattro periodi siculi
Paolo Orsi fu il primo a indagare scientificamente le testimonianze archeologiche più antiche della Sicilia, operando un’articolazione della preistoria siciliana in quattro fasi che, con correzioni e adattamenti, rimane ancora alla base degli studi recenti.
La città nuova
La costruzione del nuovo Museo Archeologico all’interno del parco della settecentesca Villa Landolina, a poche decine di metri dal Santuario della Madonna delle Lacrime, ha di fatto creato un nuovo polo religioso-culturale, che replica quello tradizionale della piazza Duomo su cui prospettavano il settecentesco Palazzo del Senato, la Cattedrale di Siracusa con l’adiacente Palazzo Arcivescovile e il Museo Archeologico Nazionale. I nuovi edifici sorgono in un’area cruciale nell’urbanistica della città antica, al limite tra i quartieri antichi di Tiche, Acradina e Neapolis, che ha subito alterne destinazioni: prima necropoli, poi abitato in età greca e nuovamente zona funeraria in età romana.
Un santuario nel santuario
In occasione della costruzione del Santuario della Madonna delle Lacrime, a piazza della Vittoria, sono stati scoperti i resti di un tempio dedicato a Demetra, una strada basolata con una fontana pubblica e quartieri di abitazione con orientamenti diversi.
Il Museo di Villa Landolina
Inaugurato nel 1988 e intitolato a Paolo Orsi, il nuovo Museo Archeologico Regionale, costruito all’interno di un’area ricca di testimonianze archeologiche, ha sostituito il Museo Nazionale di Piazza Duomo, ampliando considerevolmente il numero degli oggetti in esposizione. L’edificio si compone di tre corpi disposti intorno a un ambiente centrale, articolati in due piani espositivi tematici, arricchiti da un ricco apparato didascalico di testi e, fotografie e ricostruzioni. Gli oggetti sono rigorosamente esposti in successione cronologica e inseriti nel loro contesto di appartenenza.
La Venere Landolina
Rinvenuta nel 1804, prende nome dal suo scopritore. La statua, opera romana del II secolo che si richiama alla celebre statua di Prassitele, si distingue per le sue forme prosperose e il ricco panneggio. Sin dalla scoperta divenne l’opera più famosa di Siracusa.