Tra il centro storico e la città del Novecento c’è una grande cerniera urbana, la piazza più estesa della città, utilizzata come parcheggio, intitolata ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dei quali campeggia una gigantografia della famosafoto di Tony Gentile. A ovest la piazza è delimitata dalla via Chiarandà che introduce alla via Mazzini, nel centro storico. Oltre la strada un altro piccolo parcheggio che ha il nome evocativo di “Belvedere Antiche mura” ai piedi del quale si può ammirare l’unico tratto ancora visibile del muro di cinta costruito nel 1337, con una bella torre. Il quartiere è dominato dalla Cattedrale. Il belvedere e la piazza sono stati realizzati sul riempimento della valle del torrente Rocca, che score ancora a 16 metri di profondità, realizzato negli anni Sessanta.
Il muro di cinta del Borgo di Piazza
All’inizio del 1300 la città si era ormai estesa ben oltre il muro di cinta, soprattutto lungo la pendice orientale del Monte Mira, verso il torrente Rocca e verso est dove c’erano degli insediamenti religiosi. Nel 1337 si rese necessario cingere anche il “Borgo di Piazza”, come era chiamato, di una alta cinta di muracon porte e torri di difesa. Oggi la maggior parte della cinta non esiste più o è inglobata nelle costruzioni. Rimane un tratto lungo poco più di 200 metri che delimitava il borgo proprio in prossimità del torrente. La contrada (o quartiere) cinto da questo mura si chiamava e si chiama Castellina perché era dominata dal primo castello. In fondo alla ripida via era la porta omonima attraversata la quale le fresche acque del torrente potevano essere raggiunte immediatamente.
La porta sbrecciata
Il viaggiatore si chiederà come mai la “porta Castellina” si presenta sbrecciata, come se fosse stata sfondata. Non se ne conosce la ragione, ma questa sua incompiutezza è ormai un elemento identitario al punto che, in occasione dei restauri degli anni Ottanta, si decise di consolidarla così com’era. A destra se si guarda dall’esterno della città, è una torre circolare “a saliente”, cioè che sporge in gran parte dalle mura. Alta più di 14 metri proteggeva l’ingresso alla città. Oggi è una abitazione privata. Fino alla metà del Novecento l’area all’esterno delle mura non era pavimentata, declinava leggermente verso il torrente.
Le mura
Il nome del quartiere, della porta e della torre, Castellina, evoca la storia più antica della città. In alto, sullo sperone nordorientale della cima del monte Mira, si trovava il primo castello della città, quando questa era ancora estesa al solo altopiano e alle pendici occidentali del monte. Sotto il castello, verso il fiume, a partire dalla fine del Duecento si era spontaneamente formato un insediamento che, essendo dominato dal castello, già all’inizio del Trecento venne chiamato “Castellina”. Alla fine del secolo re Martino decise di trasferire il castello dalla parte opposta dell’altopiano e diede il vecchio sito ai francescani che vi costruirono il loro convento. Il campanile con il tetto conico che domina il quartiere è dunque quello della chiesa di San Francesco. Ma se vi allontanate un po’ di campanile ne vedrete almeno sei.
Il castello
Dalla Castellina il castello non si vede. Si trova dall’altra parte, verso sud. Ma non sarà difficile raggiungerlo o direttamente entrando nel cuore del centro storico, o andandolo ad ammirare dal Piano S. Ippolito, dove si trova la chiesa dei Cappuccini. Il castello ha più di 600 anni. Il suo ingresso si trova dalla parte opposta della città. Strano, vero? Come mai non si rivolge al centro abitato? La risposta è semplice: il castello era demaniale, ospitava il castellano e la guarnigione del re, mentre a città, anch’essa demaniale, dunque non soggetta a potere feudale, aveva una forte autonomia, come i comuni medievali dell’Italia centrale. Teoricamente avrebbero anche potuto essere nemici!
Falcone e Borsellino
A Piazza Armerina la cultura antimafia è assai diffusa e coltivata fin dalle scuole elementari. Qui si tiene da oltre trent’anni uno dei più importanti concorsi per le scuole su questo tema: il premio Rocco Chinnici. A Piazza era nato il vice questore Boris Giuliano. Dal 1993 la piazza più grande della città è intitolata a Falcone e Borsellino. Nel 2013 vi è stata collocata la gigantografia della famosa foto.
Cinta di mura
La cinta in questo tratto è curvilinea e risaliva fino all’attuale via Mazzini per poi continuare verso est fino alla porta S. Giovanni, la più importante della città, accanto alla Commenda dei cavalieri di Rodi. Dopo il Cinquecento, persa ogni funzione militare, il muro ebbe solo una funzione daziaria e si consentì che venissero costruite abitazioni che hanno incorporato la fortificazione.
Cento chiese e cento campanili
Piazza, come tante altre città italiane, è chiamata “la città delle 100 chiese”. In realtà le chiese contemporaneamente presenti non sono state mai più di una settantina, ma comunque il segno della fortissima presenza religiosa è evidente. Se ci si sposta verso la parte contemporanea della città, dalla via La Marca si può vedere il panorama urbano che incornicia il tratto di mura della Castellina. Qui svettano ben sei campanili!
Il prospetto urbano del castello
Il castello aragonese, con la sua pianta quadrangolare e i contrafforti cinquecenteschi, offre le spalle alla città, segno dell’equilibrio, che poteva diventare contrapposizione, tra i due poteri: quello del re rappresentato dal castellano e quello della città demaniale. La sua mole domina il piano Castello.