Di Classe I M L.S. 'Archimede' - Acireale a.s. 2008-09 - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7407358
Tra le numerose e importanti aree archeologiche del territorio di Caltagirone, spicca Monte San Mauro. Il sito era noto già nell’Ottocento, per le frequenti scoperte che richiamarono l’interesse di Paolo Orsi che vi eseguì degli scavi agli inizi del Novecento. Tra i risultati più importanti furono il rinvenimento all’interno di un grande edificio ritenuto il palazzo del principe locale (anaktoron), l’individuazione di un’area sacra dedicata a Demetra e Core e l’esplorazione di una vasta necropoli di rito greco. Orsi identificò il sito con la città sicana di Omphake, ma gli oggetti rinvenuti e, soprattutto, il rinvenimento di frammenti di tabelle bronzee scritte in alfabeto calcidese di una legge sugli omicidi attribuita al legislatore catanese Caronda, fanno propendere per una identificazione con Eubea, sub-colonia della calcidese Leontini.
Sfingi e danzatori
Uno dei primi rinvenimenti a Monte San Mauro è stato il rilievo di calcare di incerta destinazione con scolpiti due sfingi contrapposte ai lati di una doppia palmetta e un fregio di comasti, opera di un raffinato scultore locale, datata nel decennio 570-60 a.C.
Case speciali per agricoltori agiati
La ripresa degli scavi nella seconda metà del novecento ha messo in luce un gruppo di case che propongono un identico schema planimetrico, composto da un ambiente rettangolare d’ingresso utilizzato per attività diverse (cucina, deposito), su cui si affacciano due o tre vani non comunicanti tra di loro. La costruzione delle case nel pendio del colle ha consentito la conservazione in elevato dei muri perimetrali costruiti con pietrame a secco anche per una considerevole altezza, che ha fatto ipotizzare l’esistenza di un piano superiore. Le case, edificate nel VI secolo, furono abbandonate agli inizi del V secolo a.C. Dalla tipologia delle abitazioni e dagli arredi interni traspare una società agiata, che traeva il proprio benessere dallo sfruttamento di un territorio agricolo altamente produttivo.
Una scena enigmatica
Facevano parte dell’arredo delle case piccoli altari di argilla, utilizzati nei culti domestici. In una casa furono trovati tre esemplari derivati da una stessa matrice raffiguranti un uomo dall’enigmatico sorriso che sottrae i piccoli a una cinghialessa.
Un luogo di culto riservato alle donne
Sulla sommità del più orientale dei cinque colli che delimitavano l’abitato è ubicata un’importante area sacra dedicata a Demetra utilizzata dalla fine del VII agli inizi del V secolo a.C. Oltre ai resti di un tempio di pietra con il tetto ligneo decorato da terrecotte architettoniche, distrutto dai lavori agricoli, è stata individuata nel corso di recenti scavi un’area sacra con deposizioni votive in anfratti rocciosi. In una fase successiva furono costruiti, senza un orientamento fisso, degli ambienti a pianta rettangolare, dotati di banchine lungo le pareti, utilizzati dalle donne per consumare i pasti in comune e celebrare i riti in onore di Demetra.
Melagrane per Persefone
In alcune tombe di giovani donne di rango elevato, insieme agli altri oggetti del corredo, furono deposte delle riproduzioni in lamina di bronzo della melagrana, il frutto che Persefone aveva assaggiato negli inferi, prima di ritornare temporaneamente dalla madre.
Il palazzo del Principe siculo
Sul colle centrale Paolo Orsi mise in luce un grande edificio a pianta rettangolare che per le sue dimensioni e per la sua costruzione in muratura identificò con l’abitazione del capo tribù siculo precedente l’arrivo dei Greci alla fine dell’VIII secolo a.C.
Un vaso di bronzo per il vino
Il grande cratere di bronzo (580-570 a.C.), anche se sporadico e in gran parte restaurato, è uno degli esempi più importanti di vasi di bronzo trovati in Sicilia, per la decorazione figurata incisa sul collo e per le particolari anse a forma di mano e serpente.
Profumi d'oriente
Nelle tombe delle raffinate donne di Monte San Mauro sono presenti dei preziosissimi vasetti in faïence che contenevano oli profumati provenienti dall’Egitto o dall’Asia Minore. Tra essi è presente un raro esemplare con doppia testa di guerriero (570 a.C. ca.).
Una maschera per la nuova vita
Da una tomba eccezionale per l’architettura e per la qualità e la quantità degli oggetti del corredo, destinata a una giovane aristocratica morta prematuramente, proviene un raro esempio di protome fittile prodotta dalle officine dell’isola di Samo (570-560 a.C.).