Ricostruzione ed identità

La ricostruzione delle chiese parrocchiali, S. Nicolò e Madonna della Stella (monumenti Unesco dal 2002), dopo il 1693, nasce, come in qualsiasi altro luogo del Val di Noto, da un diffuso conflitto sociale che, all’ombra dei campanili, raggiunge caratteristici accenti identitari: Militello la “Bellicosa” non vive l’appiattimento tipico delle terre feudali. La secolare competizione tra le due comunità, e non solo, ha prodotto la qualità artistica, il profondo senso di identità culturale e in generale un forte senso civico.

La fondazione

San Nicolò, chiesa madre di Militello, intitolata dal 1788 anche al “SS. Salvatore”, venne riedificata più a nord della vecchia Matrice (S. Nicolò il “Vecchio”), nel quartiere di “San Leonardo”; iniziata nel 1721, dopo vent’anni era già aperta al culto. La committenza delle due chiese scelse le stesse soluzioni architettoniche. La pianta è basilicale a tre navate separate da pilastri, e non da colonne, per una maggiore resistenza al sisma.

Girolamo Palazzotto e Francesco Battaglia

Il prospetto del primo ordine, su disegno di mastro Girolamo Palazzotto, tripartito da pilastri a specchio incassato d’ordine composito, presenta il portale con coppie di colonne e timpano spezzato e le porte laterali con trabeazione retta. Infine, oculi riccamente orlati di scartocci ricordano quelli seicenteschi del monastero di San Benedetto. Dai primi anni Cinquanta, fino al 1776, si lavora al secondo ordine e al campanile. L’architetto catanese Francesco Battaglia con agili volute di raccordo e obelischi slancia il prospetto con un alto fastigio, chiuso ad omega, per i simboli nicolini; il campanile, a fianco della chiesa, presenta una cuspide a bulbo a base ottagonale.

Navata Centrale

La lezione stilistica del Battaglia è evidente nella realizzazione degli arredi della Matrice: l’antico altare maggiore ligneo, ora posto nel transetto destro; la paraventa lignea dell’ingresso; l’altare del Sacro Cuore; gli stucchi delle volte e delle arcate.

Da Vito D’Anna a Giuseppe Barone

Nel braccio destro del transetto la macchina lignea dell’ex altare maggiore mostra la pala, Predica di San Nicolò, del 1761, del palermitano Vito D’Anna. Questa impresa d’arte segue, non casualmente, quella del suocero Olivio Sozzi che realizza la pala dell’altare maggiore di S. Maria. Gli affreschi della volta e dell’abside furono eseguiti, sin dal 1947, dal pittore militellese Giuseppe Barone, attivo in molti centri della Sicilia orientale tra gli anni ’20 e ’50 dello scorso secolo.

La cupola

Sopra la crociera, nel 1904, si innalzò la cupola in cemento armato (agli albori di questo materiale), progettata dal militellese Salvatore Sortino. Ai primi del XX secolo risalgono, anche, le sculture dei Quattro Evangelisti, posti alla base, opera di Giuseppe D’Arrigo.

Le statue devozionali: S. Nicolò e il S.S. Salvatore

Tra gli altari provenienti da S. Nicolò il “Vecchio”, quello dedicato a “Maria SS. dei Sette Dolori” nella navata destra, accoglie la statua di San Nicolò in cattedra, del 1621, di Giovan Battista Baldanza senior, un’artista locale, che aveva operato per le due chiese e attivo dal Modicano al Messinese. Nel transetto destro, una cappella custodisce la statua lignea del S.S. Salvatore (forse dell’ultimo ventennio del Settecento), opera di Girolamo Bagnasco, incorniciata da un fercolo, “bara”, del 1840 di Corrado Leone, che viene svelata dal 17 al 25 agosto. Le porte bronzee dell’artista Mario Lucerna furono inaugurate nel 1970.

Il Museo di "San Nicolò"

Il museo di “San Nicolò” nasce nel 1985 “dal basso”, dalla comunità parrocchiale, e dall’intuizione visionaria dell’arciprete Bellino che crede in un giovane architetto volontario, Giuseppe Pagnano, e nel suo gruppo di ricerca per realizzare nelle cripte e negli ipogei sotto la chiesa madre “i sotterranei della memoria”. Il museo presenta in un ordinamento definitivo gli argenti, mentre le altre sale ospitano una selezione di dipinti, sculture e parati in un percorso, che dalla chiesa madre a quelle filiali, attraversa le varie vicende della grande stagione artistica di Militello. Arricchisce la collezione un raro esemplare del Gioco de gli scacchi di don Pietro Carrera, il primo libro stampato a Militello nel 1617.

Attentato a San Carlo Borromeo

Filippo Paladini, rifugiatosi alla corte di don Francesco, transfuga dalla Toscana, nell’Attentato a S. Carlo Borromeo (1612) segna un particolare momento della ricerca figurativa del Seicento in Sicilia.